venerdì 5 aprile 2013

Il progetto di Mattia Ghidini: un design dal sapore artigiano

Un sogno nel cassetto, un percorso accademico non diverso da molti altri, l´idea di aprire uno studio a Milano, il fondamentale supporto della famiglia, tanta voglia di fare e di riuscirci. Ecco la formula che ha portato il lumezzanese Mattia Ghidini, classe 1987, ad affrontare un´avventura non facile, ma in cui crede fermamente. 
Dopo la laurea al Politecnico di Milano in interior design decide di abbandonare la specialistica perchè non gli venivano trasmessi gli stimoli necessari e in quella direzione non trovava quello che cercava. Lascia quindi l´università e si trova senza nulla, con una casa nella città meneghina e un futuro incerto: lo stesso orizzonte di molti coetanei. Da questo piccolo smarrimento nasce però un grande progetto condiviso con altri «colleghi», tra i quali l´amico Simone Cossettini, suo compagno di studi. 
«A febbraio dello scorso anno nasce il nostro studio collettivo che decidiamo di chiamare “Uncut” (integrale, senza filtro, non censurato) - racconta Mattia - grazie ad alcuni contatti riusciamo a intervenire nel progetto di ristrutturazione della casa milanese della modella Bianca Balti, una commissione che ci permette di fare un po´ di cassa. Nel frattempo proseguiamo con i lavori del nostro laboratorio con l´intento di creare qualcosa di totalmente artigianale». 
Così, nello spazio di piazza Aspromonte 45 (vicino a piazzale Loreto) si decide di definire alcuni obiettivi: «La nostra intenzione è quella di realizzare piccoli pezzi, ben lontani dal design che va tanto di moda in questo periodo: stampato, che non ha un´anima, che non trasmette nulla. Abbiamo invece voluto dare un´impronta artigianale alle nostre opere, pensare e progettare come designer ma prototipare e creare come artigiani: produrre pezzi unici e tornare al vero design, quello dei vecchi maestri che costruivano con mano i propri pezzi».
Finora lo studio ha sfornato alcuni prodotti come sedute, tavolini, piccoli oggetti d´arredo e per l´ illuminazione che si possono acquistare in loco per mantenere un rapporto diretto con la clientela (www.uncut-studio.com). Mattia ha potuto esporre la «produzione» durante la fiera «Brescia casa design» nell´ambito del progetto «Des out» dedicato appunto al design autoprodotto; ma sarà anche presente dal 10 al 14 aprile alla «Milano design week» 2013. 
La vision di questi giovanissimi creativi è quindi quella di avere un laboratorio che faccia sia product sia interior designer; la mission è invece proiettata al farsi conoscere in tutti i modi, lavorando con la convinzione che l´oggetto di design debba avere anche un´anima.  bresciaoggi  Marco Ben

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