Un sogno nel cassetto, un percorso
accademico non diverso da molti altri, l´idea di aprire uno studio a
Milano, il fondamentale supporto della famiglia, tanta voglia di fare e
di riuscirci. Ecco la formula che ha portato il lumezzanese Mattia
Ghidini, classe
1987, ad affrontare un´avventura non facile, ma in cui crede
fermamente.
Dopo la laurea al Politecnico di Milano in interior design decide di
abbandonare la specialistica perchè non gli venivano trasmessi gli
stimoli necessari e in quella direzione non trovava quello che cercava.
Lascia quindi l´università e si trova senza nulla,
con una casa nella città meneghina e un futuro incerto: lo stesso
orizzonte di molti coetanei. Da questo piccolo smarrimento nasce però un
grande progetto condiviso con altri «colleghi», tra i quali l´amico
Simone Cossettini, suo compagno di studi.
«A febbraio dello scorso anno nasce il nostro studio collettivo che
decidiamo di chiamare “Uncut” (integrale, senza filtro, non censurato) -
racconta Mattia - grazie ad alcuni contatti riusciamo a intervenire nel
progetto di ristrutturazione della casa milanese
della modella Bianca Balti, una commissione che ci permette di fare un
po´ di cassa. Nel frattempo proseguiamo con i lavori del nostro
laboratorio con l´intento di creare qualcosa di totalmente artigianale».
Così, nello spazio di piazza Aspromonte 45 (vicino a piazzale Loreto) si
decide di definire alcuni obiettivi: «La nostra intenzione è quella di
realizzare piccoli pezzi, ben lontani dal design che va tanto di moda in
questo periodo: stampato, che non ha un´anima,
che non trasmette nulla. Abbiamo invece voluto dare un´impronta
artigianale alle nostre opere, pensare e progettare come designer ma
prototipare e creare come artigiani: produrre pezzi unici e tornare al
vero design, quello dei vecchi maestri che costruivano
con mano i propri pezzi».
Finora lo studio ha sfornato alcuni prodotti come sedute, tavolini,
piccoli oggetti d´arredo e per l´ illuminazione che si possono
acquistare in loco per mantenere un rapporto diretto con la clientela (www.uncut-studio.com).
Mattia ha potuto esporre la «produzione»
durante la fiera «Brescia casa design» nell´ambito del progetto «Des
out» dedicato appunto al design autoprodotto; ma sarà anche presente dal
10 al 14 aprile alla «Milano design week» 2013.
La vision di questi giovanissimi creativi è quindi quella di avere un
laboratorio che faccia sia product sia interior designer; la mission è
invece proiettata al farsi conoscere in tutti i modi, lavorando con la
convinzione che l´oggetto di design debba avere
anche un´anima. bresciaoggi Marco Ben
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