Bilanci pericolanti e alunni in
calo: il Comune decide così di «soccorrere» gli asili. L´aiuto è
concreto: si tratta di 304 mila euro per sostenere la didattica e per
evitare l´aumento delle rette mensili nei sei istituti. Ma per il futuro
si pensa a nuove
fondazioni o «fusioni».
La questione delle scuole materne private è tornata dunque al centro
dell´attenzione del dibattito sull´offerta scolastica di Lumezzane. Del
tema si parla con preoccupazione da alcuni anni, un «allarme»
giustificato dal fatto che i sei istituti paritari, complice
la crisi economica, presentano bilanci nient´affatto rosei. Bilanci
ripianati, quando possibile, da alcuni benefattori o dalle parrocchie,
che però stanno soffrendo per la difficile congiuntura economica.
A QUESTO SCENARIO di ristrettezze si aggiunge poi il calo degli alunni,
già messo in preventivo anche per l´anno prossimo, considerate le
pre-iscrizioni. Questo calo farebbe mancare la quota necessaria di nuovi
ingressi e indurrebbe le scuole ad aumentare le
rette, per garantire i servizi. Per scongiurare questa ipotesi, visto
che i bambini iscritti in questi istituti sono oltre 500, il Comune è
intervenuto prevedendo un pacchetto di contributi di 304 mila euro per
scuole e famiglie, nell´ambito di una convenzione
stipulata in giunta il 12 marzo scorso dalla responsabile dell´area
Istruzione, Laura Staffoni, e dai rappresentanti delle varie scuole.
I sei asili sono il «Teresa Fiorini» di Valle, il «Sant´Antonio da
Padova» di Gazzolo, il «San Giovanni Battista» di Pieve, il «Tersilla
Bonomi» di Faidana, il «Santa Gianna Beretta Molla» di Sant´Apollonio e
il «Vito Bruno Gnutti» del Villaggio Gnutti.
Ciascuna delle 23 sezioni che formano gli asili riceverà un aiuto di
7.230 euro per la didattica e le attività formative, come prevede anche
il piano di diritto allo studio valgobbino. L´aiuto verrà erogato
immediatamente: l´assessore all´Istruzione Lucio Facchinetti
conferma che sarà stanziato già la prossima settimana, senza aspettare
settembre.
Sul fronte del pagamento delle rette, il sostegno economico alle
famiglie è passato da 90mila a circa 138 mila euro, per coprire il
rischio di un aumento delle rette mensili (nelle paritarie si va dai 15
ai 185 euro, in base all´Isee, mentre nelle statali si
va dai 15 ai 155 euro). In ogni caso si tratta di un intervento
tampone, perché si stanno studiando altre soluzioni che bilancino calo
degli iscritti ed esigenza di mantenere i servizi. L´assessore, pur
rispettando l´autonomia degli istituti, vuole contrastare
l´ipotesi della chiusura: si prospetta così la possibilità di
trasferire la gestione dalle parrocchie ad apposite Fondazioni. Oppure
che gli istituti condividano i servizi, lasciando invariate le sedi. BRESCIAOGGI. f.z.
Nessun commento:
Posta un commento