La costruzione del depuratore
della Valtrompia non può più attendere, lo dicono l´ambiente e le
sanzioni europee, ma qualcuno sul territorio teme che, viste anche le
dichiarazioni riportate dalla stampa, l´intervento possa servire solo
per far parlare politici
e giornalisti. Gianmaria Giraudini, sindaco di Villa Carcina, intende
invece rassicurare la popolazione e ricordare che tra le sue
preoccupazioni c´è e sempre c´è stata, anche quando era all´opposizione,
la depurazione e lo stato di salute del Mella.
«Voglio che la questione sia risolta in tempi brevi, perchè amo il
nostro fiume e perchè rischieremmo di diventare un paese del Terzo mondo
- dice il primo cittadino -. Ho fretta di chiudere l´affare e aggiungo
che se in Comunità montana ci fossero sempre stati
i sindaci di oggi la questione sarebbe risolta da tempo».
Giraudini ricorda che finora ci sono stati una serie di incontri che
hanno coinvolto esclusivamente i sindaci della valle e il presidente
comunitario Bettinsoli, i quali a loro volta hanno interpellato, a
seconda dei casi, l´Azienda servizi Valtrompia o A2a;
proprio per questo si dice «infastidito dal fatto di leggere
dichiarazioni che sono solo chiacchiere quando si cercano soluzioni
concrete».
Le intenzioni appaiono quindi abbastanza chiare: da una parte ci sono i
politici convinti che la strada migliore sia un depuratore in ipogeo che
permetterebbe di risparmiare territorio, prestando attenzione
all´impatto estetico ed eliminando il problema degli
odori, dall´altra ci sono invece i tecnici che, per questioni meramente
economiche, preferirebbero un impianto all´aperto.
«Con Bettinsoli, a spese nostre, siamo stati in Alto Adige per visitare
una realtà di 150 mila persone che ripulisce i propri scarichi in una
centrale in ipogeo - racconta Giraudini -. Ci è piaciuto molto veder
entrare i reflui e uscire acqua utilizzata per
irrigare i campi. Mi rendo conto che Asvt e A2a vorrebbero spendere
meno e fare un altro tipo di business, ma a noi non interessa, vogliamo
pensare alle generazioni future e bisogna guardare a realtà innovative.
Inoltre, la località Dosso Boscone ha una struttura
favorevole allo scavo, quindi non servirà nemmeno realizzare la pareti
fortificate per le gallerie».
Concludendo in Comunità montana c´è una maggioranza assoluta che ha
intenzione di proseguire su una strada avveniristica ma realizzabile, e
per quanto riguarda la copertura finanziaria, Giraudini sostiene che 70
milioni potranno essere garantiti dall´Ato con
fideiussioni, mentre e il resto sarà pagato con le quote in bolletta.
Marco Ben. Bresciaoggi
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