mercoledì 13 marzo 2013

Depuratore, sindaci compatti Sarà un impianto in galleria

La costruzione del depuratore della Valtrompia non può più attendere, lo dicono l´ambiente e le sanzioni europee, ma qualcuno sul territorio teme che, viste anche le dichiarazioni riportate dalla stampa, l´intervento possa servire solo per far parlare politici e giornalisti. Gianmaria Giraudini, sindaco di Villa Carcina, intende invece rassicurare la popolazione e ricordare che tra le sue preoccupazioni c´è e sempre c´è stata, anche quando era all´opposizione, la depurazione e lo stato di salute del Mella. 
«Voglio che la questione sia risolta in tempi brevi, perchè amo il nostro fiume e perchè rischieremmo di diventare un paese del Terzo mondo - dice il primo cittadino -. Ho fretta di chiudere l´affare e aggiungo che se in Comunità montana ci fossero sempre stati i sindaci di oggi la questione sarebbe risolta da tempo». 
Giraudini ricorda che finora ci sono stati una serie di incontri che hanno coinvolto esclusivamente i sindaci della valle e il presidente comunitario Bettinsoli, i quali a loro volta hanno interpellato, a seconda dei casi, l´Azienda servizi Valtrompia o A2a; proprio per questo si dice «infastidito dal fatto di leggere dichiarazioni che sono solo chiacchiere quando si cercano soluzioni concrete». 
Le intenzioni appaiono quindi abbastanza chiare: da una parte ci sono i politici convinti che la strada migliore sia un depuratore in ipogeo che permetterebbe di risparmiare territorio, prestando attenzione all´impatto estetico ed eliminando il problema degli odori, dall´altra ci sono invece i tecnici che, per questioni meramente economiche, preferirebbero un impianto all´aperto. 
«Con Bettinsoli, a spese nostre, siamo stati in Alto Adige per visitare una realtà di 150 mila persone che ripulisce i propri scarichi in una centrale in ipogeo - racconta Giraudini -. Ci è piaciuto molto veder entrare i reflui e uscire acqua utilizzata per irrigare i campi. Mi rendo conto che Asvt e A2a vorrebbero spendere meno e fare un altro tipo di business, ma a noi non interessa, vogliamo pensare alle generazioni future e bisogna guardare a realtà innovative. Inoltre, la località Dosso Boscone ha una struttura favorevole allo scavo, quindi non servirà nemmeno realizzare la pareti fortificate per le gallerie».
Concludendo in Comunità montana c´è una maggioranza assoluta che ha intenzione di proseguire su una strada avveniristica ma realizzabile, e per quanto riguarda la copertura finanziaria, Giraudini sostiene che 70 milioni potranno essere garantiti dall´Ato con fideiussioni, mentre e il resto sarà pagato con le quote in bolletta.


Marco Ben. Bresciaoggi

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