Al termine di quattro anni di
lavoro duro e di grandi risultati, la sezione Avis di Lumezzane ha
rinnovato il proprio direttivo. L´assemblea si è tenuta nella Rsa «Le
Rondini», e in quella occasione il Presidente uscente ha ringraziato
tutti i collaboratori
e gli avisini per la disponibilità garantita durante il suo primo
mandato.
«Questi 4 anni mi hanno regalato grandi soddisfazioni e un arricchimento
personale - ha assicurato Diego Mauro Danesi -, e sono certo che il
nuovo direttivo saprà individuare e sviluppare nuovi progetti e
garantire un buon risultato al lavoro che si dovrà affrontare.
Nella società odierna, nella quale i principi vengono messi da parte,
il valore del dono del sangue è il punto più alto di altruismo, ed è per
questo che bisogna instillare nelle nuove generazioni l´importanza di
questo gesto».
Il gruppo conta 414 donatori effettivi, e nel 2012 ha registrato un
totale di 650 donazioni, 100 delle quali sono state effettuate nel
centro di raccolta provinciale. E il trend in aumento è sempre garantito
dai nuovi avisini che garantiscono un buon ricambio.
In questi anni i volontari hanno partecipato a varie iniziative
rivolgendosi a un gruppo prevalentemente adulto, ma con un occhio sempre
rivolto al futuro. Infatti da tre anni, in collaborazione con l´Avis
provinciale, è stata attivata la promozione della
donazione nelle scuole.
«Abbiamo coinvolti numerosi studenti, dalle elementari alle superiori,
riscuotendo consensi e buoni risultati in termini di partecipazione», ha
ricordato Danesi. A sottolineare che l´integrazione passa anche
attraverso la solidarietà c´è poi un numero sempre
crescente di volontari di origine straniera. Infine, il presidente ha
spiegato che le normative in materia di raccolta del sangue prevedono
ormai l´utilizzo esclusivo di locali ad hoc, e che per questo si sta
valutando di realizzare un punto di raccolta di
tutta la valle: «Abbiamo escluso l´ipotesi di ristrutturare la vecchia
scuola di Inzino, e valuteremo proposte lungo la media valle per
manterci vicino all´ospedale di Gardone». M.BEN. Bresciaoggi
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