Giornale di Brescia
martedì 1 maggio 2012
Così il verde pastoso della vernice d'un tempo (lontano) è stato «cancellato» dal più opaco colore rugginoso. Nel gennaio di due anni addietro, non è mancato un pericoloso segnale di degrado: in piena notte, il grosso tubo (almeno 20 centimetri di diametro) che alimenta i serbatoi, era scoppiato, reso fragile dalla ruggine, appunto. Sulla ripidissima strada cementata di collegamento con la via Valsabbia, realizzata da privati che abitano lassù, l'acqua scorreva impetuosa per qualche tratto, salvo trasformarsi in ghiaccio poco più a valle per la temperatura ampiamente sottozero. Immediato l'allarme, altrettanto rapido l'intervento dei tecnici dell'Azienda servizi Valtrompia che ha in carico il benessere idrico di Lumezzane. Al momento non si poteva che tamponare la falla avvolgendo il grosso tubo in un manicotto, stretto attorno alla «ferita» con resistenti bulloni. Fra qualche giorno - avevano assicurato i tecnici - torneremo per sostituire l'intero tubo. A distanza d'un biennio il manicotto è ancora lì. Tiene, ma fino a quando? visto che anche in questi giorni sono in atto piccole perdite. Rivoli d'acqua costanti annunciano una non lontana possibilità di rotture vistose che costringerebbero ad altri interventi d'urgenza... momentanei. Sicuramente la ruggine esterna non intacca la potabilità dell'acqua interna, ma il pensiero di questi grandi serbatoi cilindrici, assaliti dall'incuria, non rilascia di per sé una sensazione salutare. Il problema, conferma l'assessore ai Lavori pubblici, Mario Salvinelli, «è ben presente all'Asvt. I tempi d'intervento sono incerti anche perché i serbatoi sono insufficienti. Se ne dovrebbero costruire dei nuovi in cemento, non più in ferro. In questo momento l'attenzione è tutta rivolta alla depurazione, ciò non toglie che si provveda là dove è necessario». Ma la vicenda, a suo modo, conferma la tendenza molto italica per la quale nulla appare più definitivo del... provvisorio.
Egidio Bonomi
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