Il Gobbia schiuma anche di parole. Del resto, di questi tempi sgonfi, non
sembra fiorire molto altro. Però... però... Nei primi anni Ottanta
(1982-'83) la Giunta Scaroni si era posta il problema prendendolo di
petto. Anche un quarto di secolo fa il torrente serpeggiava tra scure,
non del tutto fresche, per nulla dolci, acque, travagliato com'era dagli
scarichi civili e industriali. Al tempo si erano smosse molte... acque,
con un progetto di massima di depuratore, suddiviso in più lotti
successivi, primo fra tutti un capace tombotto, in fregio al torrente
per il trasporto degli scarti liquidi industriali. Oggi il problema non
dovrebbe porsi, perché la norma prescrive scarichi depurati da ciascuna
officina, ma tant'è! Il tombotto (galleria) portava le acque fino alla
località Termine, sulla riva destra (salendo la valle) del Gobbia, in
territorio di Sarezzo dov'era previsto, appunto, l'impianto.
L'area,
chiamata Val Longa è tuttora libera, di fronte alla curva che immette a
Lumezzane e collegata alla strada principale con un ponticello. Si
tratta d'un ampio costone erboso della montagna, ai piedi del quale
giace una vecchia cascina utilizzata come laboratorio. Ebbene, il
problema della pulizia delle acque appariva tanto urgente che, in
accordo col Comune di Sarezzo, si avviò la procedura per espropriare
quell'area. Furono predisposti gl'incartamenti necessari, i tecnici dei
due Comuni con l'assessore lumezzanese ai Lavori pubblici del tempo, si
recarono nella vecchia cascina a notificare al proprietario l'esproprio
per utilità pubblica con tanto di firme bilaterali. Non fu un momento
placido, perché, anche un costone di montagna prativo - almeno un 15mila
metri quadri - rappresentava un salterello economico, ma, soprattutto,
quell'area tra il vecchio capannone dei Polotti Becahèner e l'allora
stabilimento Pinti alimentava una sua appetibilità come terreno per
possibili costruzioni produttive. Carte firmate, tutto pronto,
immaginando il fatidico colpo di pistola dello starter, ma... partenza
falsa. Il fervore iniziale si andava affievolendo, l'idea del depuratore
s'ingrandiva verso un mega progetto che abbracciasse tutta la
Valtrompia, il Mella e non soltanto il Gobbia, col risultato che si
mortificò al piccolo d'allora, in vista del grande di domani. Gli anni,
anzi, i lustri sono corsi via, le finanze ancora di più, la politica
ambientale più che attiva si è fatta pio desiderio, ed eccoci qui a
ricordare l'ennesimo flop trumplino.
Egidio Bonomi
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