mercoledì 15 febbraio 2012

La crisi? Sindaco e giunta rinunciano all´aumento dell´indennità di carica

BresciaOggi
mercoledì 15 febbraio 2012

In tempi di crisi pesante come quelli che stiamo vivendo, il pensiero di molte persone, non solo a lumezzane, corre spesso a stipendi faraonici, vitalizi, privilegi e indennità varie che riguardano non pochi esponenti delle pubbliche amministrazioni. E che finiscono per allontanare sempre più la classe politica dalla gente.
Negli enti locali, fortunatamente, la situazione è in molti casi diversa. E parlando di lumezzane, è notizia degli ultimi giorni (messa nero su bianco nella seduta di giunta del 7 febbraio) che il sindaco Silverio Vivenzi, i sette assessori e il presidente del consiglio comunale, Ruggero Zobbio, hanno rinunciato all´aumento mensile delle rispettive indennità previsto in automatico dalla legge 119 del 2000. Lo scatto verso l´alto della «busta paga» degli amministratori di via Monsuello sarebbe stato del 3%: una condizioni stabilita dalla legge che prevede questa entità per i comuni con entrate proprie (la Tarsu e le altre imposte) oltre la metà di quelle totali. Ed è il caso valgobbino, grazie a un rapporto oltre il 55%.
In pratica, con questa rinuncia il Comune risparmierà oltre 3 mila euro di stipendi che potranno essere destinati su altri fronti. Una delle cause che ha portato alla scelta, dopo un milione di euro di tagli che l´amministrazione ha subito in due anni, è anche il decreto «Salva Italia» del governo Monti, che potrebbe stringere ancora di più la morsa (il bilancio preventivo per i prossimi anni non è stato ancora approvato).
È se vogliamo un risparmio «simbolico» vista l´entità rispetto alla «macchina» comunale; ma è un gesto che molti cittadini, anche sul web, hanno apprezzato. E a ciò c´è da aggiungere che nella giunta qualcuno destina l´intera indennità di carica alla solidarietà o alla manutenzione del Comune. A partire dal sindaco Silverio Vivenzi, il quale dal primo giorno del suo insediamento, avvenuto nel 2009, ha trasferito tutto il proprio stipendio (1.991 euro netti al mese) nel fondo comunale per le emergenze destinato alle famiglie che faticano ad affrontare le spese per le bollette e gli affitti. F.Z.

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