mercoledì 21 dicembre 2011

Oltre il danno la beffa e la Regione pensa alla legna!

Dopo l’ultimo episodio di radiocontaminazione (cesio 137)  a Lumezzane (BS), a seguito di una fusione di metalli, tutto sembra essersi svolto per la bonifica e la messa in sicurezza del territorio, a norma di legge. Polveri chiuse in container che dopo mesi, mesi e mesi sono ancora in attesa di essere chiusi per sempre in un bunker! Arpa, Asl, ecc… continuano a garantire sulla sicurezza e sulla salute pubblica, il nostro Sindaco, Assessori, Consiglieri, sono pacifici e tranquilli come se si trattasse di uno stoccaggio di fiori. Nulla di cui temere, c’è tanto di documenti timbrati, protocollati dai vari organi competenti … perché mai andare avanti ancora a preoccuparsi o disturbare gente che lavora,  per queste stupidate?
Ok, non son certo felice di avere un bunker che contiene tonnellate Di polveri radioattive, vicino a casa, ma se gli organi preposti continuano a dire che va bene, fidiamoci! Però ogni tanto (spesso) mi chiedo se le garanzie che tutto va bene, sono le stesse garanzie che si davano una volta sull’amianto e poi da un giorno all’altro s’è scoperto quello che s‘è scoperto... Va beh, non esageriamo e continuiamo a non preoccuparci.
In termini economici, ho saputo che nulla alla comunità è costato, la costruzione del bunker, lo stoccaggio delle polveri radiocontaminate, i controlli ecc… sono a carico dell’azienda che ha provocato questo incidente, quindi che c’è ancora che non va? E’ stata la parola “azienda” che non m’è piaciuta. Le aziende oggi ci sono e domani no, quindi chi pagherà mai tutta sta mole di spese sui futuri controlli del sito? NOI???? Come se non pagassimo già abbastanza tra tasse e tutto il resto!  Lo stesso timore è sorto anche al Comitato x Lumezzane (al quel orgogliosamente mi sono iscritta), tant’è che ha chiesto al nostro primo cittadino se non c’era modo di potersi tutelare per il futuro su quest’argomento, e purtroppo come si evince dalla risposta, non ci sono disposizioni di legge che legittimino al momento la pretesa per esempio di un fondo di garanzia.
E se un domani a causa di una calamità naturale i containers dovessero aprirsi (ricordando che le polveri saranno stoccate a ridosso di un ruscello), che scenari si apriranno?
Beh mi son detta, se il nostro Comune non ha (?) questi poteri, passiamo le domande ai piani alti, chi meglio della Regione Lombardia può darmi queste risposte? La mia regione, sempre così attenta all’ambiente e all’inquinamento tanto da  emanare  addirittura norme/normine e normette sul divieto di usare le stufe e caminetti a legna perché le emissioni di anidride carbonica della legna sono nocive, mi son detta “Chissà mai quindi cosa avrà mai emanato di fantastico, sullo stoccaggio e/o smaltimento di polveri radioattive prodotte durante l’accidentale fusione di metalli radioattivi!?”  - in rete ho solo trovato un’ordinanza (già scaduta tra l’altro) finalizzata alla definizione delle modalità temporanee di attuazione della sorveglianza radiometrica, prevista dal d.lgs. 17 marzo 1995, n. 230, su rottami o su altri materiali metallici di risulta destinati alla fusione. Ma anche se fosse ancora in vigore, non rispondeva ai miei quesiti.
Quindi apro il sito web della regione, clicco sui contatti,  compilo il loro modulino d’invio messaggi e pongo i miei quesiti. La prima volta non hanno risposto, la secondo nemmeno e la terza … idem! Forse dovrò inviare una raccomandata a.r.? Ma no, c’è internet gratis, perché spendere soldi nelle poste?  Tengo monitorata la mia posta e il sito della Regione Lombardia, scopro che sul discorso polveri radioattive, nessuno sta muovendo un dito perché nulla è riportato, però vi faccio forse contenti dicendovi che ci sarà una nuova regolamentazione sulla legna da ardere. L Non ho parole, non ho proprio parole, com’è  possibile che tutti se ne sbattano di questo argomento con i casi che ci sono già stati nella nostra regione e chissà quanti in tutto il territorio nazionale?
Ah nel frattempo noi Lumezzanesi, veniamo a conoscenza che a pochissimi km da noi (paese confinante), un’acciaieria  le sue scorie di polveri radiocontaminate da cesio 137, verranno smaltite  tramite trattamenti tecnologici, riducendone il volume per quanto riguarda lo stoccaggio finale delle scorie radioattive …  Perché a Lumezzane allora no? Perché assurdo dell’assurdo, è facoltà libera dell’azienda scegliere come stoccare e trattare queste polveri (certo su consenso poi degli organi preposti)! Oltre il danno la beffa
Noi lumezzanesi non scendiamo in piazza, non siamo portati per sbraitare in qualche manifestazione davanti ad una cancellata della Pubblica Amministrazione,  abbiamo purtroppo o per fortuna, un certo contegno, ma il fatto di parlarne poco e di non manifestare il nostro dissenso e sdegno, non vuol dire che abbiamo dimenticato né che abbiamo gradito.

Una lumezzanese

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