Sulla dote scuola, il contributo erogato dalla Regione Lombardia in
favore degli studenti, per il prossimo anno scolastico si annunciano
diversi cambiamenti. Il più importante, che è anche quello che ha fatto
imbufalire molte mamme lumezzanesi (ma non solo), consiste
nell´esclusione dalla dote degli alunni delle elementari statali e
degli studenti delle superiori statali o dei Cfp, dal terzo anno in
poi. «Quindi si potrà fare domanda solo per i figli che frequentano la
scuola media e i primi due anni delle superiori o dei centri di
formazioni - lamentano alcune mamme -. Questi limiti però non valgono
per gli studenti delle paritarie, che potranno accedere alle dote
scuola dalle elementari al quinto anno delle superiori».
La dote
scuola si divide, infatti, in un sostegno per l´acquisto di libri di
testo o dotazioni tecnologiche, assegnati agli studenti lombardi che
frequentano le scuole statali e in contributi per gli studenti delle
private. Nel primo caso la famiglia deve avere un Isee massimo di 15.458
euro, mentre il buono scuola è a sostegno degli studenti che
frequentano una scuola paritaria o statale che prevede una retta di
iscrizione e frequenza, ma di fatto solo le private hanno rette.
«I
nuovi provvedimenti sono una presa in giro - protesta una mamma che di
figli ne ha ben tre -. Hanno deciso di togliere la dote agli studenti
che frequentano le scuole pubbliche, ma non naturalmente a quelli che
vanno alle private paritarie. Siamo arrabbiati, in primis io che ne ho
tre da mantenere a scuola: ed è anche obbligatorio mandarli a studiare
fino a 17 anni».
E certi «privilegi» al contrario si notano anche
nella vita di tutti i giorni: i commercianti ad esempio raccontano che
chi va ad acquistare libri o altro con la dote scuola non ha di certo
l´aspetto di chi ha bisogno di un sostegno pubblico. Molti arrivano a
bordo di auto costose, indossano vestiti firmati e invece di pagare in
contanti usano il blocchetto della dote scuola. Mentre chi ha problemi
economici nella maggior parte dei casi questa «dote» non ce l´ha. M.BEN.
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